Il sentiero n°2 dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, denominato “Lungo i Cognoli”, inizia da Ottaviano così come il sentiero numero uno. Ovviamente, come per gran parte dei sentieri, esistono deviazioni, alternative e, come ogni luogo vivo vuole, ingressi “secondari”, ma vi consigliamo vivamente di seguire i tracciati ufficiali e di non avventurarvi lungo percorsi a voi sconosciuti e dalla dubbia sicurezza; c’incamminiamo quindi verso questo nuovo itinerario.
La sua durata approssimativa (soste, numero dei partecipanti e preparazione atletica influiscono molto sulla durata effettiva) è di circa 6 ore, è lungo 11,5 km ed ha un dislivello positivo di oltre 600 metri. Il tracciato si presenta, nella sua parte alta (quella oltre i 1.000 m), abbastanza impervio e di difficile percorribilità per i non allenati e per chi soffre di vertigini.
I Cognoli, che non sono altro che la parte sommitale del Monte Somma, l’antica caldera del più antico vulcano e che sembra superasse, in epoche remote i duemila metri d’altitudine, coronano la Valle dell’Inferno e risultano di difficile percorribilità a causa del terreno roccioso e a tratti fortemente sdrucciolevole. È necessario quindi, nell’affrontarli, essere ben coscienti di quel che si fa, attrezzati e molto prudenti, soprattutto in caso di pioggia improvvisa.
Anche in questo caso non mancano le alternative per i più cauti e ne vedremo l’ubicazione, man mano che se ne presenterà l’occasione. Il percorso della cartina (ricalcata su di una IGM 1:20.000 nella vecchia edizione del PNV ma anche sulla nuova edizione turistica diffusa dall’ente) ha il colore viola anche, se in realtà, i segnavia sul terreno sono leggibili in un colore blu scuro e, almeno nell’approccio ricalcherà il tragitto del numero uno (colore giallo). Dopo dieci fastidiosi tornanti di strada asfaltata, vestigia di nefasti interessi sulla zona, si arriva finalmente al sentiero vero e proprio. La profumata pineta, superstite dell’incendio del 2017, sfuma, man mano che si sale, in un bosco di lecci e castagni, ma non mancano gli ontani e le onnipresenti robinie (Robinia Pseudoacacia). La passeggiata, assai piacevole, ci condurrà, dopo circa 1.800 m lineari a Largo Prisco (quota 724 m.slm.) dedicato alla memoria del maresciallo della guardia di finanza Angelo Prisco, ucciso dai bracconieri nella Valle dell’Inferno nel 1995.
Delle tre strade che vi si pareranno di fronte quella di sinistra è la stessa percorsa per il sentiero che porta alla Valle dell’Inferno (n°1/PNV) e che percorreremo al ritorno, quella centrale, pur non essendo un percorso ufficiale, porta comunque ai Cognoli, quelli cosiddetti di Levante, a quota 865 m.slm. evitando alcuni dei tratti più impervi del Somma. Pur valendo la pena seguirlo, conviene rimanere nell’ufficialità e godersi tutta la bellezza dei boschi di castagno che ci condurranno fin su, tra le nuvole e respirare un po’ d’aria pura.
Seguendo dunque i segnavia azzurri o ciò che ne rimane, si svolta a destra (NORD) e ci si incammina agilmente tra la selva. A 2,63 km dal punto di partenza, sulla vostra sinistra incrocerete una casetta in mattoni di cemento con annessa cisterna, utile qualora vi imbatteste in un improvviso acquazzone. Seguendo il sentiero tra i castagni si arriva a un bivio ostacolato da una sbarra metallica, a questo punto salite a sinistra per raggiungere i Cognoli, l’altra strada, a mano destra conduce ad una connessione col sentiero n°3 (Punta Nasone), assai disconnessa per via delle numerose frane.
E così via, a salire, accompagnati da tortore, merli e ghiandaie. Dopo 3,35 km (780 m.slm.) c’è un bivio, voi seguitate a tenere la destra. Ai 4,47 km mantenete la destra e proseguite tra gli aceri e gli ontani. Dopo 5,37 km sulla sinistra vi si proporrà uno splendido scorcio panoramico con Ottaviano in primo piano, San Giuseppe a destra e a sinistra uno scorcio di Ager nolanus. All’orizzonte invece si intravedono i monti di Avella, i Picentini e il Partenio.
Mantenendo la destra, senza mai lasciare il sentiero principale si arriva, dopo 5,80 km, a quota 997 m., lì incontrerete un altro bivio, a sinistra si giunge direttamente sui Cognoli con la possibilità d’affacciarsi, senza ulteriore fatica, sulla Valle dell’Inferno/Valle del Gigante. Prendendo invece la strada di destra si giunge, attraverso quel che resta di una riforestazione e di uno steccato, sulla splendida balconata sovrastante la località denominata Ex fumarole, incorniciata dal Vesuvio e Punta Nasone e con la possibilità di intravvedere anche il golfo di Napoli.
Dopo aver intrapreso il ripido e sabbioso stradello che volge in alto a sinistra del sentiero si giunge finalmente ai 1.112 metri dei Cognoli di Ottaviano il punto più alto dell’escursione.
Da qui in poi bisogna prestare molta attenzione infatti, attraverso un sali-scendi di ghiaione (materiale piroclastico incoerente), instabile per sua natura, si raggiungono elevazioni più sicure ma subito dopo incontrerete un breve ma fastidioso tratto in roccia e pietra lavica dove l’uso di bastoncini da escursionismo non sarà superfluo. Dopo aver superato la summenzionata scorciatoia vi si pone l’opportunità di poter scivolare con cautela a destra, lungo la discesa di ghiaione, per proseguire poi lungo il sentiero n°1 che incontrerete a valle, o proseguire verso i Cognoli di Levante che, con alterne difficoltà, degradano verso la Valle dell’Inferno.
Proseguendo giù per il ghiaione si giunge in un emiciclo naturale proprio sotto i Cognoli, i “comignoli” o le “cuspidi” della caldera del Somma (l’etimologia è ancora sconosciuta), il perimetro del più antico e più grande Vulcano che fu; da notare, sulla vostra sinistra, l’Occhio del diavolo, il particolare arco naturale formatosi con gli scherzi che il Vulcano ha saputo fare nella sua lunga storia, cosi come più avanti ha fatto con le lave “a corda” e il crepaccio, sorta di grotta per gli amanti del brivido e che altro non è che una fenditura dovuta ad un distacco del versante delle lave del 1929 (Attenzione! Munitevi di casco e affrontatene con cautela la perlustrazione, la sua lunghezza, di circa 80 m (percorribili solo una ventina), e sovrastata da una volta instabile). Il sentiero continua e ci condurrà tranquillamente, attraverso un agile percorso coincidente con quello del N°1 fino allo Slargo della Legalità dove ripercorreremo lo stradello fino a quota 500.
Nel caso si seguisse fino in fondo il cammino dei Cognoli di Levante bisogna fare attenzione sia al percorso, alquanto accidentato, che alle deviazioni presenti. La prima di queste a uso cavallerizzi e ciclisti la si incontra in discesa (SUD) a quota 876 m. che scende sulla destra verso la valle dell’Inferno. Un’altra deviazione la si incontra dopo pochi metri sulla sinistra a quota 865 m. e scende invece sul versante opposto, nel bosco e raggiungerà Largo Prisco e la strada del ritorno. Proseguendo si raggiungono le lave “a corda” menzionate in precedenza (quota 843 m.) e poco distante un bivio (quota 829 m.) che porta con entrambe le strade allo Slargo della Legalità (quota 829 m) purtroppo ancora conosciuto come Rifugio La Marca, rifugio che ormai non esiste più perché abusivo e abbattuto dal Parco. Il percorso di destra è invece il più agevole anche se, dopo l’incendio disastroso del 2017 ha perso un po’ della sua naturale bellezza.
A questo punto la discesa dallo slargo è facile e piacevole fino a Largo Prisco dove si riprenderà la strada intrapresa all’andata.