Le sezioni del Club Alpino Italiano di Caserta, Napoli e la sottosezione Vesuvio, riunite per un’escursione nel Parco Nazionale del Vesuvio, ritrovano una microdiscarica sul Monte Somma e decidono di ripulirla.
Il Monte Somma, la caldera dell’antico vulcano nel quale nasce il più famoso Vesuvio è un nostro patrimonio, e non lo è solo dal punto di vista geologico e paesaggistico, ma anche dal punto di vista culturale poiché, durante i culti mariani primaverili, lungo le sue pendici risuonano i ritmi ancestrali della tammorra, studiati da De Simone e Lomax e lampante esempio di come la tradizione si tramanda da secoli di padre in figlio e da nonno a nipote, dando senso, non solo a una devozione, ma a un intero territorio.
Spesso però, chi sale sul Ciglio (così come i locali chiamano Punta Nasone, la vetta del Somma), non è un degno epigono di Giovanni Coffarelli o di Zi’ Riccardo perché offende la loro memoria, ‘a Muntagna e pure la Madonna, perché lascia quei luoghi così preziosi in condizioni pietose, deturpa con i suoi rifiuti quella meraviglia che è la natura del Somma. È vero, sono solo pochi cuozzi ma fanno tanto danno quando salgono ‘ngopp’a Muntagnacon le loro masserizie per bere e festeggiare qualcosa, ma poi lasciano tutto là con grave danno per l’ambiente. È vero che le paranze del Somma spesso si organizzano per pulire ciò che gioco forza producono i grandi assembramenti umani, ma è anche vero che tutto ciò, nel 2022, quasi 2023, non ha più ragion d’essere.
Ed è così che, non solo vesuviani, ma anche napoletani e amici casertani, decidono di prendere loro l’iniziativa per ripulire un luogo, quello della Traversa (800 m.slm.) che almeno per loro ha un senso e un importanza; e dire che già a settembre ci erano giunte foto che testimoniavano lo stato indecoroso di quei luoghi di culto e tradizione ma nessuno si era posto il problema di fare qualcosa, neanche in quel momento in cui lo stradello era ancora percorribile con i fuoristrada (al momento in pieno dissesto). Non è possibile vivere ‘a Muntagna solo durante il periodo delle devozioni mariane, la terra è santa tutto l’anno e non solo quando conviene a noi. Ecco quindi che i trentacinque escursionisti del CAI, raccolgono i rifiuti lungo il sentiero e prendono quelle buste e le portano con le proprie mani e a piedi, fino alla fine del sentiero, all’incrocio con la strada di Santa Maria delle Grazie a Castello.
C’è per fortuna chi si prende ancora cura della montagna, chi non solo si sporca gli scarponi, ma anche le mani, portando giù a valle i rifiuti altrui, grossi bustoni di indifferenziata, grondanti ancora di percolato, ma a noi non è questo lo sporco che fa paura, perché siamo puliti dentro e per questo andiamo anche presso la locale stazione della Polizia Municipale per avvertirla della presenza di quei rifiuti e la necessità di raccoglierli.
A volte basta veramente poco per rendere perfetta una domenica, anche senza il Napoli che gioca!